Un ricordo nel 1411 di Leona dei Malaspina vedova del conte Lotto da Montescudaio

Il 6 aprile 1411 moriva l’autorevole vescovo di Volterra Lodovico da Prato degli Aliotti, presule della città dal 1398. Inviato l’anno dopo da Bonifacio IX in Inghilterra come collettore della Camera apostolica, aveva poi partecipato nel 1409 attivamente al concilio di Pisa, tanto che l’antipapa eletto Alessandro V lo aveva creato tesoriere e suo oratore ai fiorentini. Dopo la morte di Alessandro, Lodovico era passato al servizio del successore Giovanni XXIII e nel 1411 in qualità commissario apostolico, era partito da Bologna per raggiungere l’esercito di Luigi d’Angiò. Ammalatosi, era deceduto a Siena durante il viaggio.
A seguito di ciò, la diocesi di Volterra divenne sede vacante. Molte famiglie nobili e facoltose rimasero in attesa della definizione di certe loro cause contro la giurisdizione ecclesiastica, ora diventate di spettanza del vicario messer Rainerio, uomo di per sé già abituato all’assenza del suo vescovo. Per meglio affrontarle, e forse su consiglio di esperti, queste famiglie fecero speciali procure a terze persone con atti notarili, alcuni dei quali, rogati da ser Francesco di Cristoforo, sono riportati in copia in un quaderno dell’Archivio di Stato di Firenze.
Uno di tali atti è interessante perché ricorda due componenti dei della Gherardesca-ramo dei conti di Montescudaio poco conosciuti: il già deceduto conte Lotto e la sua vedova Leona dei Malaspina. Di loro non parlano le pur molte e generose genealogie familiari ...

Questa la trascrizione letterale dell’atto (in corsivo le parole incerte):
“Anno Domini MCCCCXI indit. IIII die XXII mensis Iunii.
Pateat quod domina Liona f. de Malespinis uxor quondam Lotti de comitibus de Monte Scudaio vult. diocesis, omni modo via iure cum et forma quibus magis et melius potuit et de iure sicut pot., fecit constituit et ordinavit atque creavit suum procuratorem, attorem, fattorem et certum nuptium specialem ser Iustum quondam ser Gualfredi not. de Vult. present. et hoc mandavit spont. rectorem in omni et quolibet lite circa seu questionem quam habet sive habeatur esse cum presbitero Antonio Iacobi Nicolai de Vult. plebano plebis de Casaglia vult. diocesis et cuidcumque alia quia loco collegio et universitate curam ven. viro dom. dom. Rainerio can. vult. vicario generali capituli vult., sede vacante propter mortem bone memorie reverendi in Christo patris et dom. dom. Lodovici de Prato Dei et apostolic. Sedis gratia episcopo vult., et cum domino episcopo vult. eligendo et eius vicario ad litem et cas. item ad petendum et item ad substituendum unum et plur. procurat. et ipsum reverendum vicarium suo merito in suo robore permanenti pro m. 20 vale(n)s 20 per d. 20.
Actum Vult. in ecclesia cattedrali dicto domino Rainerio presenti, int. Micael Silvestri et Bartalemeo Bartalomei testibus de Vulterra”.

Nell’anno del Signore 1411, indizione quarta, il ventiduesimo giorno del mese di giugno.
Sia manifesto che la signora Leona dei Malaspina, moglie del fu Lotto dei conti di Montescudaio della diocesi di Volterra, in ogni modo, via, legge, forma, con i quali di più e meglio possa operare secondo la legge, fece, costituì e ordinò nonché creò suo procuratore, attore, fattore e senz’altro nunzio speciale ser Giusto del fu Gualfredi notaio di Volterra, ordinandolo di propria iniziativa rettore (capo) in tutte e qualsiasi lite o questione che si abbia o si avrà con prete Antonio di Iacobo di Nicola da Volterra pievano della pieve di Casaglia diocesi volterrana e in qualunque luogo, collegio e università alla cura del signor Rainerio canonico volterrano, vicario generale del capitolo volterrano, in sede vacante per morte della buona memoria del reverendo in Cristo padre e signore nostro Ludovico da Prato, per grazia di Dio e della sede apostolica vescovo volterrano, e quando si elegga il di lui vicario alle liti e ai casi e anche nel chiedere e sostituire uno e più procuratori; e allo stesso reverendo vicario in virtù del continuo impegno (saranno corrisposti fiorini) 20.
Redatto a Volterra nella chiesa cattedrale presente il detto signor Rainerio e Michele di Silvestro e Bartalomeo di Bartalomeo testimoni da Volterra.

Fin qui il breve atto che merita qualche commento soprattutto su Leona Malaspina della quale è noto poco altro. Nel 1353 una nobildonna dallo stesso nome, figlia di Spinetta di Azzolino, sposò a Pisa Gabriele di Giovanni da Corvaia, rimanendo vedova già nel 1364. Pertanto, se è la stessa persona, cosa non del tutto scontata vista la frequente ricorrenza di uguali nomi nelle famiglie, avrebbe sposato il conte Lotto almeno in seconde nozze.

Il pascolo di Casaglia, allora nel comune di Montescudaio e oggi in quello di Montecatini Val di Cecina, forse fu proprio uno dei beni in lite col pievano del luogo.
Viene ricordato nel catasto del 1427 alla posta di “Francesca donna fu del chonte Niccolò del chonte Lotto e figluola fu di Filipo Bardi”. Ovvero:

“Il pascho di Chasaglia per non diviso chol chonte Bernabò del chonte Arigho cioè del quarto e chon Giovanni Barbadoro un quarto; trane [= ne trae] l’anno, stima la parte sua [non appare cifra]”.
Francesca era la nuora del conte Lotto e dichiarava anche di avere 32 anni, sei figli bambini – Lotto, Giovanni, Giuliana, Ranieri, Filippo e Caterina – e che era “grossa” (incinta) di sette mesi.

Paola Ircani Menichini, 13 luglio 2023.
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